Cronaca

Stupro di gruppo all'Ellera: donna fatta ubriacare, violentata e scaricata seminuda in strada

Due gli aguzzini, uno dei quali morto prima dell'inizio del processo. La vittima ai giudici: "Mi sono fidata di chi credevo amico"

L'hanno stordita facendola ubriacare. Poi l'hanno stuprata, quando lei non era più in grado di opporre resistenza. Una 40enne di Viterbo vittima di una violenza sessuale di gruppo consumata, il 28 settembre 2019, nell'appartamento di uno dei suoi aguzzini al quartiere Ellera.

Stando a quanto ricostruito dalla procura, quella sera la donna è stata invitata a casa da due suoi conoscenti. Dopo aver bevuto e averle fatto bere fiumi di alcol, approfittando dell'incapacità di reazione e della condizione di inferiorità della 39enne, l'hanno masturbata e a turno hanno abusato di lei. Poi, ancora in stato confusionale, l'hanno scaricata seminuda sotto casa.

Dopo lo stupro, nonostante un primo rifiuto di ricovero da parte della donna per paura, dall'ospedale di Belcolle è stato attivato il percorso rosa. Da quei referti sono scattate le indagini della polizia che hanno portato al processo ai due uomini. Si tratta di un 44enne e di un 57enne, entrambi di Viterbo. Il più giovane, trovato senza vita davanti a un night club del capoluogo poco più di un anno fa, è morto un mese prima dell'inizio del processo. Il procedimento è così rimasto in piedi solo per l'altro imputato: M.T.

Nell'ultima udienza la vittima, che si è costituita parte civile tramite l'avvocato Francesca Bufalini, ha testimoniato davanti al collegio dei giudici. "Conoscevo il 57enne, che credevo fosse un amico - ha detto in aula confermando tutte le accuse -. Mi fidavo ed è per questo che ho accettato l'invito a salire a casa dopo essere stati tutti e tre insieme al bar. Mi hanno fatto bere e hanno iniziato a mettermi le mani addosso, per poi violentarmi".

Il processo è stato rinviato al 4 giugno del 2024 per l'ascolto degli agenti che hanno condotto le indagini.


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