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Quei simboli "massonici" coperti in centro storico per il Natale

Alcuni simboli, secondo molti riconducibili alla massoneria (che a Viterbo ha una longeva tradizione), sono stati "nascosti" dalle proiezioni natalizie

La storia di Viterbo è legata a doppio filo con quella della massoneria, una delle più famose associazioni su base iniziatica, esoterica e di fratellanza. Nella città dei papi sono due le logge appartenenti al Grande oriente d’Italia, l’obbedienza massonica più radicata nel Paese: la loggia Labor ad veritatem e la loggia Giustizia e libertà. Ne esistono altre, affiliate a diversi ordini: una all’Omti e una alla Gran loggia degli Alam. Le tracce lasciate liberi muratori - come a loro piace esser definiti - sul territorio del capoluogo sono diverse, alcune spesso associate a leggende e altre, invece, certificate dalla storiografia. 

Uno dei primissimi massoni viterbesi, fondatore di una loggia, fu Francesco Orioli, fervente sostenitore dell’Unità d’Italia. Professore in varie università europee (tra cui la Sorbona di Parigi), deputato della Repubblica romana e consigliere di stato, quella di Orioli è certamente una figura interessante e misteriosa. Sotto la sua egida, un’intera generazione di aspiranti massoni venne iniziata, contribuendo all’espansione del mondo esoterico nella Tuscia. Una tradizione che dall’800 ad oggi è ancora viva e vegeta, tangibile e visibile in diversi luoghi. Ad esempio, a Pratogiardino i monumenti dedicati a Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso e Giuseppe Mazzini (tutti e tre esponenti della massoneria) formano un triangolo, simbolo massonico per eccellenza. A pochi passi di distanza dal parco fuori porta Fiorentina, alla chiesa della Trinità, è visibile sulla facciata proprio un triangolo con un occhio al centro. Le costruzioni religiose viterbesi, infatti, conservano non solo simbologie ma anche frasi e oggetti appartenute a cultori della libera arte muratoria. Lo stesso vale per il duomo, la fontana di piazza Fontana Grande, palazzo degli Alessandri e diversi altri edifici dell’immenso patrimonio artistico e culturale della città. Ben più recenti le stelle massoniche disegnate con i sampietrini in piazza del Comune. 

Ma questa eredità immensa, oggi, vive soltanto nei ricordi dei più anziani e nella mente degli appassionati di esoterismo. Oltre che, naturalmente, nella tradizione massonica. Anche perché, negli anni, il Comune non ha mai voluto valorizzarli. Anzi, negli ultimi tempi c’è la tendenza a volerli occultare, quasi come se si volesse nasconderli. Ad esempio, il grande occhio della chiesa della Trinità, in occasione delle festività natalizie, è stato coperto da una raffigurazione della trinità cristiana proiettata sulla facciata dell’edificio. Oppure, un altro occhio della Provvidenza, sito all’interno di palazzo degli Alessandri, “colorata” dalle luminarie del Christmas Village. E come non parlare dei pentalfa di piazza del Plebiscito, a rischio scomparsa dopo che il luogo è stato - ed è ancora, in parte - oggetto dei lavori di manutenzione finanziati con il Pnrr.


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